martedì 22 luglio 2014

Latte e formaggi caprini

Premesso che meno proteine di origine animale "vede" il nostro organismo, meglio sta e lavora...talvolta, se vogliamo uscire dal seminato, secondo me, è bene farlo senza allontanarsene troppo! Per cui, in merito ai latticini, io scelgo preferibilmente quelli di capra o pecora.

Il latte di capra è stato il primo a essere consumato dall’uomo del Mediterraneo e del Medio Oriente...addirittura era il nutrimento principale anche dei bambini perchè subito dopo quello di asina, per composizione chimica, è il più simile al latte materno.

Le proteine del latte di capra - dette a catena corta - infatti, sono più piccole di quelle contenute nel latte di mucca e ciò vale anche per le particelle di grasso (da 0,1 a 1 micron mentre nel latte vaccino vanno da 3 a 10 micron).
Questo tipo di grassi viene assorbita direttamente dalla mucosa intestinale e prontamente veicolata al fegato, senza seguire il percorso compiuto invece dai grassi a lunga catena, che vengono rilasciati nel sistema linfatico per essere metabolizzati in tempi più lunghi, creando spesso gonfiori e rallentando l'organismo.

Altro punto che gioca favore del latte caprino è che contenendo molta acqua, ha solamente 230-250 calorie per 100 g!
Ciò significa che il latte caprino si digerisce meglio e prima...e vi farà piacere sapere che gli acidi grassi a catena corta, inoltre, non hanno quasi alcun effetto negativo sul colesterolo!! Ottimo, no?
Poi, il latte di capra ha una maggiore concentrazione di calcio: 150 mg per 100 g (in quello vaccino circa 135 mg), quindi, ad esclusione della vitamina B12 che è presente in concentrazioni nettamente inferiori, è un alimento completo e biologico!
Perchè biologico? Perchè le capre e le pecore non sono fortunatamente soggette all’allevamento intensivo e farcito di farmaci cui sono sottoposte le mucche, non sono alimentate con i mangimi industriali e vivono in natura.
Il caprino fresco viene prodotto senza l'aggiunta di caglio ed evitando la pastorizzazione, il suo patrimonio vitaminico viene salvaguardato...quindi attenzione a ciò che compriamo! In commercio ne esistono - purtroppo - di addizionati con caglio e pastorizzati...e soprattutto di misti, cioè contenenti anche latte vaccino!!!! Uff...

Molto importante è infine il discorso sulla caseina:
nel latte di capra la caseina alfa-S1 (ritenuta la maggiore responsabile dell'allergia alle proteine del latte e spesso strettamente connessa allo sviluppo di malattie croniche infiammatorie, compreso il cancro, e a problemi digestivi, intestinali, ormonali, ecc...) è molto scarsa o del tutto assente. Questa differenza spiega in larga misura perché, nella maggior parte dei casi, gli individui che non sopportano il latte vaccino possono consumare il latte caprino ed i suoi derivati.
Le micelle formate dalla caseina del latte caprino hanno un diametro minore, formano complessi piu' friabili e l'attacco da parte degli enzimi digestivi e' facilitato.

[APPENDICE SULLA CASEINA che renderà felici molti vegetariani, intolleranti al lattosio, allergici alla caseina (le intolleranze riguardano il sistema digerente, mentre le allergie il sistema immunitario) e semplici amanti del Parmigiano Reggiano (me compresa....lo ammetto!).
Questo formaggio vaccino è del tutto privo di lattosio e se stagionato oltre i 30 mesi, arriva a contenere anche bassissime quantità di caseina. Bella notizia, sì, ma non abbondate!! Contiene anche parecchi grassi...però si può consumare con criterio e buon senso....
Recenti studi hanno infatti dimostrato che due soggetti allergici alla caseina su tre sono asintomatici all’assunzione di Parmigiano a lunga stagionatura. Il fenomeno è dato dalla proteolisi, attraverso la quale la caseina, viene ridotta in parti sempre più piccole, fino ad arrivare ad averne una buona parte completamente ridotta in amminoacidi.]



E' bene ricordare che:
  • I batteri "buoni" che si producono spontaneamente rendono il latte caprino un alimento utile al buon funzionamento del nostro intestino, MA per quanto riguarda il lattosio, e quindi un'eventuale intolleranza, non presenta sostanziali vantaggi rispetto a quello vaccino...
  • Il caglio può avere origine animale, vegetale e microbica. Quello animale, è estratto dallo stomaco di vitelli o ovini lattanti (!!!!!!!!!!); quello microbico viene estratto da una muffa (Mucor miehei) e quello vegetale è estratto dal lattice fuoriuscente dai tagli inferti ad alberi di fico, oppure con i fiori di cardo selvatico.
  • Il calore della pastorizzazione distrugge gli enzimi necessari ad una buona assimilazione del calcio ed anche i batteri che contribuiscono a sintetizzare la vitamina B e a tenere sotto controllo i batteri putrefattivi. La pastorizzazione interrompe la crescita dei batteri solo temporaneamente: in seguito i batteri rimasti si riproducono molto di più che nel latte crudo. Inoltre, si verificano la perdita di vitamine A, B, C e E; la trasformazione del lattosio in beta-lattosio, che è molto più solubile e quindi assorbito più velocemente dall’organismo, con il risultato che ci si sente affamati dopo poco tempo; la perdita del 20% di iodio causando costipazione.


fonti:
albanesi.it
riza.it
massimopandiani.it
altroconsumo.it
amalattea.com


Nessun commento:

Posta un commento