giovedì 19 marzo 2015

Reducetariana (se proprio devo "etichettarmi")

Oggi toccherò un argomento spinoso. L'infinita e logorante (diciamolo, lo è, e per tutte le parti coinvolte...) lotta tra le differenti "fazioni dell'alimentazione".
Pare sia impossibile vivere senza dover indossare una metaforica etichetta identificativa della propia condotta alimentare: vegano, onnivoro, fruttariano, crudista, vegetariano...
Ultimamente sono infatti numerosissime le tendenze, le linee guida, i libri, le trasmissioni tv, i siti web che ambiscono ad orientare i nostri gusti (ed i nostri acquisti........) nel campo dell'alimentazione e della nutrizione.
Prima di parlare a sproposito ho infatti letto, osservato, sperimentato in prima persona, mangiato.
Mi sono fatta un'idea individuale ed ho scelto. In modo felice e consapevole. Per me, per e con la mia famiglia.

Innanzi tutto, non trovo logico né sano fomentare, eccitare, stimolare, incoraggiare questa dispersiva ed inconcludente polemica oggi così in voga; direi che ormai assomiglia quasi ad una guerra di affermazioni. Anzi, reputo tutto sommato irrazionale ed infantile discutere e peggio litigare su questioni legate al cibo...noi che il cibo lo possiamo scegliere, acquistare e gustare in libertà, dovremmo ringraziare e rispettarlo. E rispettare noi stessi, perchè possono essere molteplici le cause che ci spingono a scegliere questo o quello.
Sono arrivata a questa conclusione perchè anche io sono caduta in questa trappola dell'ego, in quest'inutile gioco al massacro...in cui mentre si crede di discutere di argomenti nobili ed a noi cari (si spera..) come la salute, la natura, la cucina, l'ambiente, l'energia, il risparmio, in realtà di mettono in scena tante altre umane caratteristiche come l'aggressività, il giudizio, la tendenza a proiettare colpe sugli altri e la presunzione di sentirsi sempre un passo avanti rispetto agli altri.

Ora, sappiamo tutti che l'alimentazione, come altri temi caldi (leggasi "politica", "ideologia", "tifo sportivo", "nazionalismo" ecc...) accomuna e divide, ma non dimentichiamo che le strategie comunicative dei media, delle lobbies alimentari e farmaceutiche, delle multinazionali, delle industrie ecc ecc, insomma, diciamo del sistema forte alla occidentale in generale, tentano in ogni modo e con ogni mezzo di governarci, di controllarci, di condizionarci, in tutte e da tutte le direzioni...dalla carne al bio, dalla soia al tonno, dai cereali al burro, dalle verdure ai pesticidi...e via così.

Il quarto, quinto, e sesto potere* ci stanno rovinando l'esistenza...ci stanno ottenebrando la mente, anzichè aprircela.
Rendiamoci conto che non ci è dato il diritto di sapere come stiano veramente le cose, che dove c'è interesse economico, tutto si ribalta, tutto si confonde e tutto ci perculeggia, sfruttando le nostre fragilità, le nostre paure, le nostre fissazioni di esseri umani sempre meno pensanti e sempre più stressati, frettolosi, ansiosi e distanti dalla natura e dai ritmi biologici nati con noi.

Che fare quindi? Lasciarci avvelenare passivamente? Ma no...io credo sia giusto affrontare questo aspetto così centrale della nostra vita con un affinato senso critico, con un po' di "cultura alimentare" reperita da fonti libere dalle pressioni economiche, con una buona dose di onestà intellettuale, con trasparenza e con l'equilibrio necessario. La questione della nutrizione consapevole, nel rispetto del pianeta, dell'ambiente e anche della nostra coscienza si può gestire con buon senso e senza ricorrere a comportamenti settari.

La verità è che in occidente abusiamo di molti alimenti e ci scordiamo di altri; non rispettiamo la scansione temporale dell'anno; non rispettiamo il territorio; mangiamo più di quanto ci servirebbe; sfoghiamo sul cibo e nel cibo troppe delle nostre frustrazioni.
D'altra parte, è ormai palese che la maggior parte dei vegetariani, o non lo è al 100% (tipo i famosi "il pesce sì...") o smette di esserlo.
Per me, la cosa giusta, la mia scelta felice è ridurre l'assunzione di alimenti di origine animale, ma non condivido la loro totale esclusione dalla dieta.


Per questo, quando ho scoperto il blog reducetarian.com mi sono illuminata. Ohhh-là....finalmente! Così, grazie a Dio, a chi mi farà la solita domanda "....ma tu sei vegana?" saprò che cosa rispondere...senza dare tante inutili e noiosissime spiegazioni.

La carne? A volte ne ho voglia, a volta mi fa comodo cucinarla, a volte per me, è addirittura "cultura"...nel senso che fa parte del mio bagaglio, delle mie usanze, della mia socialità. La classica grigliata con gli amici. Il pic nic con marito e figlio, ed i nostri panini con la cotoletta. Il piatto tipico del posto...all'estero...così, liberamente gustato, senza sensi di colpa.
Il pesce? Posso sentirmi libera di mangiarmi un piatto di spaghetti allo scoglio? Non vivo al mare, ma adoro il suo profumo, il suo rumore, i suoi colori...ogni tanto desidero qualcosa che me lo ricordi...e gli Omega3 fanno bene.
Perchè non ti mangi un po' di alghe? Perchè non fa parte della nostra cultura...del nostro territorio...almeno, non che io sappia. Eh ma il mercurio? E la sofferenza dei pesci? Lo so...ma io vedo anche il mio bisogno di gratificare i sensi ogni tanto! Mangiare non significa soltanto nutrirsi. Significa anche concedersi un piacere, talvolta, un momento di festa, un giorno senza paletti, un premio sensoriale...non siamo solo materia...siamo anche emozioni, relazioni e sentimenti.
E' sufficiente trovare l'equilibrio tra appagamento del piacere ed approccio salutista.

Eppure, pensare che sto masticando un essere vivente, spesso barbaramente ucciso dopo essere stato privato della qualità della sua vita, cresciuto in gabbia, al buio, in mezzo a macchine e bombardato di farmaci...mi turba.
La risposta e la soluzione al lecito e sensibile dubbio etico, stanno nella scelta di che cosa mangiare...nella qualità e nella quantità che precede il nostro gesto.
Se un animale è vissuto non solo per riempire la mia pancia, ha pascolato all'aria aperta, ha avuto una vita degna della sua specie...ha vissuto secondo natura...non è cresciuto solo all'ingrasso, ma aha vissuto momenti di selvaggia vita, beh, mi sento meglio.
So che cosa pensano i vegetariani puri...che mi sto mettendo a posto la coscienza. Sì, è vero. Esatto. Mi interrogo, poi scelgo responsabilmente patteggiando con la mia coscienza e la mia consapevolezza.

Non nascondiamoci dietro ad un dito, siamo onnivori. No, direbbero i vegani, siamo erbivori costretti da una glaciazione verificatasi secoli di secoli fa, a ricorrere per sopravvivenza a mangiare carne...Ma non è forse vero che evoluzione significa adattamento alle condizioni di vita? Se la vita, glaciazione compresa, ci ha portato a mangiare anche la carne, se il nostro organismo si è adattato ed è sopravvissuto, ci sarà un motivo. Se la cultura di generazioni e generazioni ci ha portato a sviluppare tecniche di cottura e di lavorazione dei cibi per ottenere ad esempio un formaggio, ci sarà un motivo, no? Se gli uomini primitivi hanno scoperto che il fuoco poteva aiutarli a nutrirsi, avrà un senso? Noi siamo in tutto e per tutto il risultato di ciò che ci ha preceduto...anche spiritualmente, psicologicamente, emotivamente.
Ben altra cosa è lo sfruttamento indiscriminato degli animali e le barbarie che ormai quotidianamente subiscono!
Il Male sta appunto nel perdere la consapevolezza ed il rispetto per ciò che ci aiuta a vivere. Io, nel mio piccolo, quando mangio una fetta di carne penso sempre alla bestiola che è morta anche per me, come penso a quella fragola che ho staccato dalla piantina per farmi la macedonia...e le ringrazio. Le gusto con rispetto, non le spreco, non le disprezzo e non ne abuso.
Già, perchè pare una sciocchezza, ma non per me. Nel mio ragionamento speculativo, sono giunta a questa considerazione: chi ci dice che i vegetali non soffrano quanto può soffrire un animale quando vengono privati dei loro frutti, quando vengono recisi, quando vengono siringati di ormoni e di additivi per sembrare più belli, quando vengono estirpati dalla loro terra? Solo perchè non hanno gli occhi non ci è dato di sapere se non soffrano...
La tortura e l'accanimento no, quelli non li approverò e non li sosterrò mai...ma un ciclico e reciproco servizio, sì, lo accetto e lo comprendo.

Quindi, ecco che entra in scena il reducetarianesimo. Cito testualmente: "il reducetarianesimo unisce anziché dividere: [...] il concetto di riduzione apre alla possibilità di non focalizzare sulle differenze, ma sull’impegno sociale, umano e salutista di mangiare meno carne, a prescindere da dove esattamente ci troviamo in questo grande spettro di buone intenzioni e virtù applicate alla salvezza – scusate se è poco – del mondo."

Diventare reducetariani significa vivere in salute senza privazioni assolutistiche...significa ridurre il consumo di carne, di formaggi e latticini, privilegiando carni provenienti da animali allevati al pascolo e secondo le linee guida biologiche, contribuendo tra l'altro a ridurre anche l’impatto dell’alimentazione mondiale sul riscaldamento globale (circa il 20% la produzione di CO2 deriva dal consumo di carne).
La mia settimana tipo prevede 3-4 giorni di dieta vegetariana, 1-2 di dieta vegana e 2 di dieta onnivora. Si può fare, senza troppi sacrifici e con la pace nel cuore.
E soprattutto, si può fare convivendo con gli altri, senza rigidità patologiche, senza snobismi e senza aggressività.

Insomma....viva la libertà di scelta...purchè sia una scelta felice.

*In democrazia il primo potere è quello legislativo, il secondo l'esecutivo, il terzo il giudiziario. Il "guardiano" di tutti è dovrebbe essere il quarto potere, cioè la stampa e poi ci sono il quinto, la TV, ed il sesto, la pubblicità.

giovedì 5 marzo 2015

Otite: rimedio naturale ed economico

Questa "ricetta della nonna" è molto utile in caso di otite...sia per gli adulti, sia per i bambini, che spesso, poveretti ne soffrono già in tenera età.

Occorrente:
1 spicchio d'aglio, olio evo, flaconcino contagocce.



Prendere l'aglio (funzione antibiotica) e schiacciarlo bene bene; metterlo a macerare in due cucchiai di olio extravergine di oliva per un quarto d'ora, dentro ad un pentolino coperto.
Scaldare ora per un minutino a fuoco lentissimo (non deve friggere) quindi spegnere il fuoco e lasciare ancora l'aglio in "ammollo" nell'olio per 5-10 minuti.

Rimuovere l'aglio, filtrare l'olio con un colino o una garza e metterlo in un flaconcino con contagocce.

In caso di acuti dolori all'orecchio, riporre il flaconcino sul termosifone o intiepidirlo brevemente a bagno maria; introdurne con il contagocce un paio di gocce nell'orecchio e "tappare" con un batuffolo di cotone.

Per i vari usi alternativi dell'aglio, leggi questo articolo

Ricordiamoci inoltre, che anche l'alimentazione può esserci di aiuto...ad eliminare catarro e muco. Leggi qui

Liberi dal muco (e dalle infiammazioni).

Raffreddore, foruncoli, otite, stitichezza, emicrania, sinusite...........alcuni dei disturbi e dei malanni più frequenti che possono trovare miglioramento da un’alimentazione povera di latticini, zuccheri raffinati e grassi.....vale a dire, povera di muco, soprattutto nei polmoni e nell'intestino (organi di eliminazione).

Il corpo umano è rivestito internamente da un involucro morbido ed elastico definito mucosa, che per proteggere i tessuti dalla secchezza e dagli agenti esterni, genera un sottile film di muco di difesa.
Quando una struttura mucosa si infiamma, magari a causa di un batterio come in un banale raffreddore, questa reagisce producendo elevate quantità di muco al fine di drenare via le tossine.
Tuttavia, l'eccessiva e costante produzione di muco può causare problemi  alle vie aeree come l'intasamento dei seni paranasali (sinusite), dell'orecchio medio (otite), dei bronchi (bronchite) e delle anse intestinali (stipsi).

Ciò che mangiamo può avere evidenti conseguenze sulla produzione di muco e, quindi, agevolare o ostacolare la guarigione. 

La carne di maiale è un alimento che favorisce la formazione eccessiva di muco perchè essendo il maiale dotato di scarsa detossificazione, ha poche strutture enzimatiche in grado di neutralizzare le tossine! Quindi la sua carne, è di per sè più "tossica" delle altre e quindi percepita come nociva dal nostro organismo.
Inoltre, è ricca di istamina, la stessa sostanza che durante le crisi allergiche, porta le mucose a gonfiare al fine di secernere più muco possibile per eliminare più in fretta l'allergene...
Il problema è che una costante produzione di istamina è fortemente nociva per l'organismo.

Anche il latte vaccino favorisce la formazione di muco. Infatti, la caseina in esso contenuta e di cui è molto ricco, non è altro che una sostanza collosa (viene addirittura usata come adesivo dall'industria cartacea, come colla per il legno utilizzato nelle navi o come addensante negli alimenti preconfezionati....) che, una volta ingerita, irrita le mucose intestinali, impedisce l'assorbimento corretto delle sostanze nutritive introdotte e produce una massa mucillaginosa difficilmente digeribile, anch'essa causa della liberazione di istamina in tutte le mucose del corpo.
Queste infatti, sono in costante comunicazione tra di loro ed è bene evitare che cresca l'accumulo delle secrezioni che possono diventare terreno fertile per le proliferazioni microbiche!

"Ripulire" l'intestino porta a tanti tanti benefici...dall'aumento della serotonina, al rinforzarsi del sistema immunitario, alla regolarità dell'evacuazione...alla diminuzione di peso. Il corpo umano si auto-guarisce...sempre...se è messo nelle condizioni per poterlo fare!



Alcuni accorgimenti da seguire per una dieta povera di muco:
  • bere a digiuno mezzo litro di acqua tiepida seguito dal succo di 1 limone (...per iniziare vanno bene 2 bicchieri d'acqua e mezzo limone). Aspettare almeno 15 minuti prima di fare colazione;
  • aumentare il consumo di verdura di stagione (preferibilmente all'inizio del pasto e cruda per ridurre la leucocitosi digestiva*) e frutta di stagione** (soprattutto agrumi ed uva, preferibilmente lontana dai pasti principali);
  • esporsi quotidianamente al sole (anche solo 15-30 minuti al giorno all'aria aperta, anche d'inverno) per la sintesi della vitamina D;
  • limitare il consumo di carne;
  • limitare il consumo di uova (ricche, soprattutto il tuorlo, di colesterolo e acidi grassi saturi. E' bene sapere anche che per ogni pulcino femmina che viene tenuto in vita, in ottica di diventare una gallina ovaiola, c'è un pulcino maschio che invece viene ucciso barbaramente appena nato perché "inutile"...Fare quindi almeno MOLTA attenzione al primo numero del codice stampato sul guscio: 0 = biologico (1 gallina/10 m2 su terreno all'aperto con vegetazione ed utilizzo di mangime biologico); 1 = all'aperto (1 gallina/2,5 m2 su terreno all'aperto, con vegetazione, dove possono razzolare alcune ore al giorno); 2 = a terra (7-9 galline/1 m2 su terreno coperto di paglia o sabbia in capannoni privi di finestre e luce sempre accesa; 3 = in gabbia (25 galline/1 m2 - le galline sono rinchiuse in una piccola gabbia per tutta la vita!);
  • limitare il consumo di farine e zuccheri raffinati;
  • limitare il consumo di sale (preferire quello rosa dell'Hymalaya);
  • usare olio extravergine di oliva e limone o acidulato di prugne Umeboshi per condire;
  • preferire cereali integrali e legumi;
  • attenersi alla "regola della semplicità", cioè evitare di assumere più di 3 cibi diversi nello stesso pasto (vedi tabella delle combinazioni alimentari sotto);
  • evitare il consumo di olio di palma, colza e cocco; 
  • evitare di bere il latte al mattino e se possibile sostituirlo con latte di soya, di mandorla, di riso o di avena;
  • non consumare latticini e carne di maiale più di 2/3 volte alla settimana (in tutto); 
  • tra i vari latticini vaccini, preferire lo yogurt biologico; 
  • in generale, prediligere il latte di capra;
  • masticare molto bene i cibi.

Per verificare quanto tutto ciò che ho scritto sia reale, è sufficiente fare una prova. Quando siete raffreddati, provate a non mangiare per alcuni giorni latticini, fritti, carne di maiale e cibi troppo raffinati. Vi sentirete meglio.
Aiutate il vostro organismo a drenare via le tossine bevendo molta acqua e non affaticandolo ingerendo cibi nocivi! Provare per credere.

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Breve digressione sul latte:
Non è naturale che un animale beva il latte dopo lo svezzamento, oltretutto di un'altra specie; non a caso quasi la totalità degli esseri umani adulti, perdono la lattasi (enzima necessario per digerire il lattosio). Negli anni si è erroneamente diffusa la convinzione che il latte faccia bene alle ossa e che aiuti a prevenire l'osteoporosi, ma la ricerca scientifica è giunta a conclusioni ben diverse. Uno studio durato 12 anni, l'Harvard Nurses' Health Study, condotto su 75000 donne, ha dimostrato nessun effetto protettivo sulle ossa derivato da un aumentato consumo di latte nell'ottica di assimilare più quantità di calcio. Questo perchè tamponare l'acidità che deriva dalla metabolizzazione delle proteine del latte (caseina), costringe "ironicamente" l'organismo a sottrarre calcio dalle ossa e a disperderlo in seguito nelle urine.
Fonti alternative di calcio? Orzo, riso e segale integrali, soya, sesamo, alghe, broccoli, cavoli, costine, crescione, prezzemolo, sedano, legumi e carote... 


Combinazioni alimentari permesse, da evitare, accettabili
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* Il Dr. Paul Kouchakoff, medico svizzero di Losanna, in uno studio del 1937 ha dimostrato che ogni volta che consumiamo del cibo cotto si produce nell'organismo una leucocitosi digestiva, cioè un aumento dei globuli bianchi, fenomeno caratteristico delle infezioni. I leucociti aumentano per circa mezz'ora e solo dopo 90 minuti tornano ai valori normali; tutto ciò non si verifica assumendo i cibi crudi e viene ridotto ingerendo cibi crudi prima seguiti dai cibi cotti. I globuli bianchi in genere si attivano in caso di azione difensiva dell’organismo in presenza di elementi patogeni, quindi aumentano il loro numero perché il cibo cotto viene avvertito come un insieme di sostanze tossiche. Questo fenomeno sembra essere dettato dalla risposta naturale dell’organismo umano, capace di attingere dalle sue antichissime radici, il ricordo ancestrale dell'abitudine di nutrirsi solo di cibi crudi e freschi...
** avendo un transito molto veloce, se viene rallentata tramite l'ingestione affiancata di altri cibi, fermenta e quindi intossica l'organismo. E’ sufficiente aspettare una ventina di minuti prima di mangiare un altro cibo (tranne che per le banane, per le quali il transito può richiedere più tempo....). L’ideale sarebbe assumere un solo tipo di frutta per volta; mangiando la quantità che si vuole, ma senza alcun mescolamento, quindi non mescolare frutta acida (pompelmi, arance, ananas, kiwi, fragole) con frutta zuccherina (fichi, banane, cachi, datteri). La frutta semi-acida (mele, pere, uva) può essere abbinata con le altre due categorie. 


fonti: greenme.it
sergioalbanese.it
obiettivobenessere.tgcom24.it
prodecopharma.com
viveremeglio.org
vegolosi.it
scienzenoetiche.it

martedì 3 marzo 2015

12 scelte felici per prevenire il cancro




Spero che questi video fondamentali suscitino importanti riflessioni...sulla vostra vita e sulla vostra condotta quotidiana. Su di me ha avuto grandi effetti e ne sono felice.
Ovviamente, non è facile rivoluzionare tutto subito e cambiare, ma si può...si può...SI PUO'!

Bastano poche e sagge scelte di vita per allungarla e per allontanare le malattie, cancro compreso, da noi.

Attenzione a che cosa si mangia, a che cosa si beve e a che cosa si respira...Se proprio amate il vino, almeno, non fumate!

Il sole fa bene....sono le scottature ad essere pericolose!!!!!

Il progesterone naturale esiste! E non ha brevetto farmaceutico...............................a buon intenditor....

E lasciate perdere le sigarette elettroniche!!!!!